Ancora emozionati per la meravigliosa serata in musica di ieri sera pubblichiamo, assieme al video dell’esecuzione di “Anteros”, le parole con cui il M° Paolo Messa preparava il pubblico all’ascolto della sua Elegia VI(T)A, da lui composta in ricordo di Gabriella e suonata per la prima volta nella nostra città, nella cornice della meravigliosa Parrocchia Cuore Immacolato di Maria.
Per chi non ha avuto la fortuna di ascoltarle dalla viva voce del Maestro assieme a noi, raccontano una storia intima, toccante, profonda, e le condividiamo affinché siano per Voi tutti, come lo sono state per noi durante il concerto, un preludio, una guida attraverso la sua meravigliosa composizione.
Ringraziamo ancora una volta la Corale Polifonica “Sergio Binetti” da Molfetta, l’Associazione “Percorsi” da Monopoli, i maestri Paolo Messa e Maria (Mirella) Sasso, nonché tutti i Maestri e Professionisti che hanno contribuito a rendere unica la Festa di Compleanno di Gabriella.
Cara Gabriella,
in questo brano sono custoditi i miei sentimenti per te, anima buona ed eletta; in esso ho racchiuso una testimonianza di affetto, un grido di dolore; è uno scrigno in cui ho adagiato i ricordi indelebili relativi a tanti momenti umani e musicali vissuti insieme.
La genesi della composizione si potrebbe individuare nel giorno in cui, col cuore in frantumi, siamo venuti numerosi a salutarti per l’ultima volta, in quella chiesa del tuo paese, nel pomeriggio di una tarda e sfortunata primavera. In tanti eravamo lì, intorno a te, con i nostri strumenti anch’essi piangenti per la tua improvvisa e ingiusta partenza, c’erano appunto tanti strumenti ad arco e un solo clarinetto… C’eri anche tu, col tuo violino, con la tua bella persona, con la tua spiccata musicalità, pronta a emergere ma allo stesso tempo disposta a integrarsi con tutti e a sacrificarsi per tutti come un autentico leader. Pochi giorni prima di allora, in quel breve tempo infausto che decideva per te e che ti rapiva da noi per sempre per una volontà a noi incomprensibile, hai pagato il prezzo più alto, mentre ti accingevi a svolgere il tuo ruolo di musicista seria ed appassionata. Si tratta dunque di un racconto musicale breve e intenso, con forti tratti di mestizia mescolati a sfumature di speranza.
Nella parte centrale del brano sei sola, Gabriella… sei riflessiva, smarrita per la tua nuova condizione, probabilmente ribelle per la tua nuova “vita”. Ecco il titolo, VI(T)A: il tuo breve passaggio (via) sulla terra, ha generato (vita), ha suscitato energia in tutti noi che abbiamo avuto la fortuna di conoscerti, ha stimolato creatività a te dedicata ma da te effusa e da te ricevuta: non a caso tanti ancora cantano per te, suonano per te, scrivono per te, l’affetto per te è intatto, non conosce cedimenti nel tempo. Perdonami se ho preteso di racchiudere in una composizione il tuo dramma, se ho provato a interpretare la tua dolcezza, la tua sensibilità, la tua grandezza. Confessarti il perché l’ho fatto, non so precisamente ma di certo posso affermare che ho creduto di avere una strada efficace oltre alla preghiera per giungere fino a te, per manifestarti il mio dolore, la mia rabbia e conseguente umana rassegnazione, per parlarti ancora e per accennarti ancora un sorriso.
Ho pensato che tutto questo avrei potuto farlo solo con il mezzo a noi più naturale, con un linguaggio universale, ho pensato di usare una via maestra per collegare la terra al cielo, il corpo all’anima, la mia anima alla tua, ho creduto che avrei potuto farlo solo con la Musica.
Marco G. de Pinto